Povere creature!

Il libro è divertente e riesce sempre a mantenersi in un invidiabile equilibrio tra: esigenza di conferire un aspetto realistico alla finzione, giocare con le tinte estreme dell’horror, divertire il lettore con i passaggi comici e paradossali. Tutto l’impianto del libro è costruito in quest’ottica. Nel libro si trovano i “ritratti” divertenti dei protagonisti (disegni eseguiti dall’autore) e un’ampia biblioteca di foto d’epoca che portano il lettore in una sezione documentale.

Il libro di Alasdair Gray (Safarà editore) è un eco originale di Frankenstein di Mary Shelley. E l’eco lo troviamo in molti passaggi a partire da nome di uno dei protagonisti: Godwin Baxter che nel libro è descritto come un personaggio grottesco e comico che sembra uscito dal film Frankenstein Junior. Com’è noto Godwin è il nome del padre di Mary Shelley (William Godwin). Mi sono divertito a trovare un passaggio che ricorda il mio libro Il segreto di Mary Shelley: “…dall’inizio di questo secolo i chirurghi di Glasgow introducono correnti elettriche nel sistema nervoso di corpi morti. Si è registrato che tra il 1820 e il 1830 un medico del vostro genere rianimò un cadavere di un criminale impiccato, che si drizzò a sedere e parlò”. L’esperimento è realmente stato condotto, come racconto nel mio libro, dallo scienziato italiano Aldini (nipote di Galvani) sul corpo di George Foster, ma nel 1803 e non nel 1820. Foster non si alzò a sedere e tantomeno parlò, ma un uomo presente alla performance di Aldini morì di paura.

Non ho visto il film uscito al cinema ma il libro merita di essere letto.