Gli ultimi giorni

Kline è stato un agente sotto copertura. Il romanzo inizia con l’amputazione della sua mano. Il protagonista finisce in una rete di fanatici che professano una religione connessa con la perdita di parti del corpo.

Mi sono fatto catturare dalle critiche positive lette su alcuni quotidiani che insistevano molto sulla qualità della scrittura sperimentale. Niente di tutto questo. Pur fluida e accattivante la scrittura, tra il comico e il noir, la storia è imbarazzante, inverosimile e se l’autore voleva lanciare un messaggio, ha proprio sbagliato traiettoria. Mi stupisco come si possa pubblicare letteratura di questo genere.