Le notti della peste

Orhan Pamuk riaccende le recenti vicende pandemiche raccontando la storia della piccola isola Mingher, collocata nel Mediterraneo tra Creta e Rodi in acque ottomane. Siamo nel 1901 e il dottor Bonkowski viene inviato segretamente nell’isola per conto del sultano ufficiosamente per indagare sulle sospette morti per peste cosa che si verifica rapidamente. Ma gli eventi si susseguono drammaticamente. Il dottore viene assassinato tra le strade della piccola capitale dell’isola e la peste dilaga. L’autore ha il merito di aver scritto un’opera solida e bella ed è difficile credere che tutta la vicenda sia quasi interamente inventata. Si tratta di un romanzo storico, dove il flusso della storia e degli eventi non è intaccato dalla mano dell’autore ma… l’isola è una pura invenzione, non esiste e dunque non esiste nessuna “storia dell’isola”. Un esempio di grande letteratura. L’unica cosa che non ho ho capito è la presenza dell’ultimo capitolo, un epilogo poste eventi che non aggiunge nulla in quanto i fatti sono già tutti conclusi. Un eccesso di zelo che alla fine annoia